lunedì 18 novembre 2013

La Stampa: Messora nei guai


Grillini, veleni e accuse via email
Nel mirino il ruolo di Casaleggio

I dissidenti: ha troppo potere. E parlano di un nuovo gruppo

ANDREA MALAGUTI

ROMA
Domenica. Bar nel centro di Roma. Un senatore Cinque Stelle mostra il velenoso carteggio via mail tra una serie di colleghi e Claudio Messora, responsabile della Comunicazione del Movimento a Palazzo Madama. Un compagno di viaggio fino a ieri. Il nemico oggi. Ma è Messora l’obiettivo di questo nuovo melodramma di Palazzo, apparentemente destinato a a chiudersi con una scissione subito dopo il V-Day («Lo so, sembriamo Scelta Civica o il Pdl-Forza Italia, fa male ma è così»), o sono le Guide Illuminate Grillo e Casaleggio? «L’obiettivo è evitare che il Movimento si trasformi nell’ennesima esperienza autoritaria», dice il senatore, lasciando cadere le braccia come se fossero improvvisamente attratte dal pavimento. «Legga. Ci vogliono trasformare in un partito come gli altri. Anzi, peggio». 

Beve un caffè d’orzo. Poi mostra le mail. Qui non ci sono falchi e colombe. Piuttosto vipere e manguste. Il linguaggio informale e spietatamente franco della posta elettronica rivela le lacerazioni di un universo terremotato. L’ultima scusa per azzuffarsi è la «piattaforma web» alla quale affidare le proposte di legge immaginate dai cittadini. Uno strumento che lo stesso Messora ha definito «poco più di un forum, un mezzo da perfezionare, comunque il primo passo verso una rivoluzione». A chi gli contesta che in questo modo Casaleggio parcellizza la partecipazione degli elettori e controlla direttamente gli interventi sul blog, il Capo della Comunicazione replica: «Le persone di cui voi senatori portate la voce sono (come in ogni partito) i comparabili ai tesserati. La democrazia diretta la fai con chi decide di partecipare attivamente».  

Una risposta che scatena la bufera. «Questa è l’idea di democrazia diretta a cui pensano Grillo, Casaleggio e il loro caporale sul campo a spese degli italiani», si lamenta il senatore, mostrando la mail della collega XXX che recita. «Quanti sono gli attivisti certificati? Circa 400.000. Quanto sono gli elettori M5S? Circa 9 milioni. Quanti sono i cittadini interessati dalle leggi proposte e approvate? Oltre 60 milioni». Siamo un Movimento orizzontale o verticale? Immediata la risposta di Messora («XXX ti rendi conto che i dati sugli attivisti certificati risiedono sui server della Casaleggio? Se non usi la piattaforma integrata come credi che una vostra proposta possa trovare legittimazione?») che scatena l’ironia di un altro dissidente. «XXX rassegnati, anche tu non emani la luce». 

Non è solo la piattaforma ad alimentare il disagio. Anche la scelta di mandare in streaming solo una parte delle riunioni dei cittadini-senatori non convince la minoranza dissidente. «La diretta è Comunicazione, impatta sull’immagine complessiva del Movimento, dunque ricade sotto la giurisdizione non dell’assemblea, ma di Grillo /Casaleggio. Qui rappresentati da me», scrive Messora. Così una senatrice, apparentemente in preda all’angoscia di chi è convinto che la notte durerà per sempre, si ribella. «ALT!!! Leggo cose inaccettabili. GIURISDIZIONE? Claudio sei sicuro di conoscere il significato dei termini che usi? Se sì, mi giunge nuova la notizia di avere una giurisdizione da parte di Grillo (Casaleggio?) o di chiunque su quello che facciamo». 

E quel Casaleggio tra parentesi è l’emblema del collasso imminente. Inevitabili anche le accuse sul denaro. Un dissidente si sfoga: «Claudio, del tuo trattamento economico e del tuo comportamento parleremo con Casaleggio, complice di tutto ciò», Complice. E un altro: «Ne parleremo anche con gli attivisti, che già si sono accorti delle ingenti spese del gruppo per il tuo alloggio, oltre che della tua diaria e del tuo compenso fuori dal codice di comportamento». 

Messora non ci sta. Attacca. «Io non ho nulla che non sia trasparente (allega il link con la busta paga), gli attivisti invece si sono accorti dei 1800 euro in un mese e mezzo per abbigliamento e lavanderia e dei 1950 euro di abbigliamento e spese per la campagna elettorale». Siamo agli stracci. C’è chi interviene in difesa del Capo della Comunicazione. E del Guru milanese. «YYY per me stai delirando. Il nostro problema è Messora? Per carità, torniamo in noi».  

Troppo tardi. I dissidenti, che a pranzo parlano apertamente di un nuovo gruppo, considerano gli ortodossi più estranei dei pastori del Sahel che almeno vedono nei documentari del National Geographic. Ma è più facile rimanere affascinati dagli altri quando li vedi in tv. O su un pc. La realtà è sempre un’altra cosa.

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