mercoledì 2 marzo 2016

Grillo guarda a destra

Corriere della Sera, 2 marzo 2016

di Massimo Franco

E pensare che il Pd accarezzava un’alleanza con Beppe Grillo. Adesso, a causa delle unioni civili, i Dem sono risucchiati a sinistra e Beppe Grillo punta all’elettorato di centrodestra. Quasi volesse fare un anti partito della Nazione moderato.

Era già successo dopo il voto del 2013, quando l’allora segretario Pier Luigi Bersani sognò un accordo con Grillo; e ora, in occasione della legge sulle unioni civili, Renzi era certo di un’intesa col Movimento.

E invece, mentre i Dem si dividono su Verdini e l’ex segretario Bersani ripete di non volere scissioni, il M5S si smarca da tutto; e può accentuare il profilo di movimento che guarda in tutte le direzioni: soprattutto a destra. La candidatura di Virginia Raggi a Roma non è una scelta isolata.

Riflette una virata in atto nell’intero gruppo dirigente nazionale. La rottura con la sinistra sulle adozioni per le coppie omosessuali si sta rivelando l’occasione per ridefinire le proprie coordinate; e per accentuare un’attenzione verso l’elettorato abbandonato dalla crisi del berlusconismo e dall’estremismo xenofobo leghista. 

Più Palazzo Chigi mostra di condividere le istanze delle organizzazioni gay, più la cerchia grillina se ne dissocia. Già era emerso un avvicinamento agli ambienti cattolici per il Family Day. Ora la strategia è vistosa: quasi Beppe Grillo pensasse a un anti-«partito della Nazione» moderato.

Renzi appare risucchiato a sinistra. Il suo candidato a Milano, Giuseppe Sala, si prepara all’accordo con il Sel di Nichi Vendola. E, quasi di rimbalzo, il M5S piega il suo trasversalismo in direzione dei voti moderati. Attacca frontalmente la pratica dell’«utero in affitto» alla quale ha fatto ricorso Vendola in California per avere un figlio. Accusa il Pd di voler riproporre alla Camera la legge sulle adozioni solo «per ingraziarsi le associazioni gay che sono arrabbiate», sostiene Luigi Di Maio.

Il vicepresidente della Camera del M5S aggiunge che «non ci sono voti di centrodestra e di centrosinistra». E propone che sia un referendum popolare a decidere se le coppie omosessuali possano adottare bambini: risultato che non otterrà, ma che intercetta la contrarietà di una fetta maggioritaria di italiani. E questo mentre un altro membro del direttorio del M5S, Alessandro Di Battista, ricorda che Vendola è stato rinviato a giudizio per il disastro ambientale dell’Ilva di Taranto.

Si indovina un doppio calcolo: sottolineare lo spostamento a sinistra del Pd in vista delle amministrative di giugno; e attirare pezzi di elettorato deluso. Si tratta di un’operazione spregiudicata, ma resa facile dall’eterogeneità del M5S e dalle controverse trasparenze della «rete». Smentisce i luoghi comuni su un Grillo di sinistra e soprattutto su consensi strappati solo a Pd e Sel. Il vero, capiente serbatoio dell’astensione, in realtà, sembra essere quello di chi appoggiava quel populismo dall’alto, che Silvio Berlusconi ha incarnato a lungo.