martedì 19 novembre 2013

Fronda M5S: Casaleggio non ci fa decidere


Fronda M5S: Grillo e Casaleggio non ci fanno decidere


di Annalisa Cuzzocrea - La Repubblica

ROMA - Un giro di e mail vorticoso. Una serie di attacchi alla Comunicazione e a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio: «Vogliono trasformarci in un partito come gli altri, dove gli iscritti al blog hanno lo stesso ruolo dei tesserati, dove alla fine chi comanda sono sempre i capi».

È un senatore di quelli che di solito non si espongono troppo a riassumere così gli ultimi giorni di liti on line nel gruppo dei 5 stelle al Senato. Liti che nascono dall'uso della tanto sofferta piattaforma, l'applicazione che doveva consentire di prendere decisioni dal basso, e che per ora si è rivelata un bluff. Impedisce ai parlamentari di fare proposte di legge che non siano certificate dal blog, ma non dà loro modo di interagire davvero con la base perché non esiste una gerarchia dei suggerimenti, non c' è un sistema che metta più in alto i più votati e accantoni quelli inutili. 

«Io non posso leggere 10mila commenti per capire cosa vogliono gli iscritti, è una farsa», lamenta un "portavoce". E non è il solo. A protestare apertamente sono i senatori da tempo più critici: Fabrizio Bocchino, Maria Mussini, Monica Casaletto, Elena Fattori, Lorenzo Battista. «L'unica persona che può decidere quale strumento informatico usare è Casaleggio, che in assemblea con noi si è confrontato solo per dire che sarebbe andato via se sostenevamo un governo con il Pd», si legge in un'e mail. E un' altra: «Gli attivisti certificati sono 70mila, quindi meno dell' 1 per cento di coloro che hanno scelto di mettere il loro futuro nelle nostre mani. Statisticamente insignificante a convogliare le richieste di coloro di cui noi dovremmo essere la voce». 

Molti parlamentari contestano proprio l'individuazione della "base" in nomi che sono conosciuti solo dalla Casaleggio Associati: «Per quello che siamo dovremmo muoverci in una situazione di trasparenza assoluta. Dovremmo sapere con precisione quanti e chi sono gli iscritti, nessuno di noi vuole far parte di una società segreta». E ancora: «Io continuerò a chiedere un incontro con Casaleggio, voglio capire da lui perché non va bene la piattaforma di Barillari (candidato alla Regione Lazio, ndr) in sperimentazione all' europarlamento. Però vorrei risposte reali e un reale confronto, non un passaparola tra generali e caporali tremebondi». 

Era già successo un paio di settimane fa, quando dopo il divieto di streaming imposto dallo staff al gruppo del Senato per una riunione, contro Claudio Messora (di cui alcuni vogliono le dimissioni) si erano scatenati a chiedere: «Come fai a parlare di giurisdizione? Noi saremmo sotto la giurisdizione di qualcuno? Quando è stato deciso?». E quando un gruppo, capitanato da Laura Bignami e Luis Orellana, era andato a fare queste rimostranze a Grillo, alla fine della sua giornata al Senato, e si era sentito rispondere: «Non sono venuto qui per farmi processare». 

Sono dodici quelli che hanno deciso di star buoni fino al V Day del 1° dicembre, ma di chiedere spiegazioni a voce alta subito dopo. Francesco Campanella non ha partecipato alle liti via mail, ma non teme di dire che così non va: «Grillo e Casaleggio hanno disatteso la promessa di democrazia dal basso su cui si fonda il Movimento».

link all'articolo di Annalisa Cuzzocrea

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