mercoledì 19 agosto 2015

Grillo si ritira?


di Mauro Suttora

Oggi, 19 agosto 2015

«No, secondo me non si ritira. Al massimo si prenderà più spazio per altre cose. Ma lo faremo tutti noi parlamentari: dopo due legislature torneremo al nostro lavoro. Tranne chi il lavoro non ce l'aveva, e allora magari farà il politico a vita».

La senatrice Serenella Fucksia è una dei pochi grillini che possono permettersi di parlar chiaro: né fedelissima né dissidente, non ha ambizioni di carriera. E commenta così l'annuncio di Beppe Grillo, che ha dichiarato: «Il Movimento 5 stelle può andare avanti anche senza di me. Io ho un'età pazzesca, una famiglia. Rimarrò solo per far rispettare le regole».

Ma come? Proprio adesso che alcuni sondaggi lo danno al 26%, a soli tre punti dal Pd in drastico calo di Matteo Renzi? Non è un mistero che, in Sicilia come a Roma, se le attuali giunte Pd cadessero, primo partito diventerebbe il M5s. E nel 2016 si voterà a Milano, Torino, Bologna e Napoli.

Mai le prospettive dei grillini sono apparse così rosee. Il seminario Ambrosetti di Cernobbio ha invitato al suo summit settembrino sul lago di Como il più esagitato dei deputati 5 stelle, Alessandro Di Battista. Che è l’opposto del collega Luigi Di Maio, come stile e contenuti. E se il convegno dei poteri forti italiani prende sul serio Di Battista, nominato per le sue sparate «politico cialtrone dell'anno» dal New York Times, vuol dire che un approdo al governo dei grillini non è più escluso.

«Grillo non si ritira, e nessuno di noi lascerà campo libero a questi delinquenti», taglia corto la senatrice Paola Taverna. Ma, al di là dei proclami, i grillini si sono ammansiti. Sulla Rai, per esempio, hanno compiuto un'inversione a U. Volevano vendere, smembrare, privatizzare il simbolo dell'odiata partitocrazia (tranne un canale per il servizio pubblico). Tutto dimenticato. 
Ora partecipano tranquillamente alla spartizione dei consiglieri d'amministrazione: hanno nominato Claudio Freccero (ex berlusconiano oggi estremista di sinistra) nel posto a loro riservato. Freccero ha ipotizzato un ritorno di Grillo in Rai, come comico. E Grillo non lo ha escluso, anche se lui stesso capisce che è impossibile, finché guida il secondo partito italiano.

«Beppe prenderà piano piano le distanze dal suo movimento, pur rimanendone il guru», prevede Massimo Fini, uno dei rari intellettuali simpatizzanti dei 5 stelle. «Ha speso moltissime energie negli ultimi anni, sua moglie vorrebbe che rallentasse».

Ma i grillini possono andare avanti senza il loro capo assoluto? «No, non riusciranno a scalzare i politici professionisti. Quelli sono troppo abili. Non vedo in giro la capacità di opporsi alla cultura mafiosa e familista prevalente, che vent'anni fa riuscì a neutralizzare la ben più strutturata Lega Nord».

Meno pessimista Fucksia: «Anche se perderemo i connotati iniziali, lasceremo comunque la nostra impronta nel mondo reale. Magari ci trasformeremo, ci riadatteremo, o verremo sostituiti da altri. Ma nei libri di storia Grillo c'è già entrato. E abbiamo indotto al cambiamento gli altri partiti».

Al di là dei proclami e dei sogni, però, ci sono realtà prosaiche. Il reddito di Grillo nel 2014 è calato a 180mila euro rispetto ai 220 mila dell'anno precedente. E per un uomo di spettacolo abituato a guadagnare quattro milioni l'anno riempiendo i palasport, rinunciare al lavoro è difficile.

Stesso discorso per il braccio destro Gianroberto Casaleggio: la sua società è finita in deficit di 150mila euro (su due milioni di fatturato), rispetto all'attivo di 250mila del 2013. Il blog non tira più, e le migliaia di post condivisi su Facebook dagli attivisti non fruttano un centesimo.

Vero è che i 17 eurodeputati incassano 34mila euro mensili ciascuno (promettevano di tenerne solo 2.500), e che le «restituzioni» dei parlamentari nazionali sono sempre più misere, perché spendono i loro 15mila mensili anche per far funzionare il movimento.
Ma l'addio di un quarto dei senatori e di una ventina di deputati si è fatto sentire, riducendo il finanziamento pubblico ai gruppi parlamentari. Le firme racimolate in sei mesi contro l'euro sono state appena 200mila: meno di quelle raccolte in un solo giorno di Vaffaday nel 2008.
            
Insomma, la struttura è di cartone. Quanto alle idee, appena arriva un problema concreto si sfaldano. Sull'immigrazione, per esempio, il rigore proposto ufficialmente sul blog di Grillo dal consigliere comunale torinese Vittorio Bertola è stato rifiutato dal senatore «aperturista» Maurizio Buccarella. Sul quale però è subito piombata la scomunica di Beppe.

«Ma tutti sappiamo che non è Grillo a gestire il movimento, anche se sette su dieci dei nostri elettori hanno votato lui personalmente, e non il movimento», commenta Ernesto "Tinazzi" Leone, decano scomunicato degli attivisti romani. «Abbiamo tanti leaderini che ormai si esprimono da democristiani, attenti a non rompere delicati equilibri interni».
Mauro Suttora


INVECE QUESTI SONO ETERNI

«Ci vuole un fisico bestiale», cantava Luca Carboni. E per fare il politico necessita anche la tigna di sentirsi indispensabili. Non sono pochi, nel Palazzo, gli ottuagenari che, invece di dedicarsi al golf, resistono ad ogni rottamazione.
 
L’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per esempio, ultimamente sta inondando di lettere i principali giornali italiani. Difende la controversa riforma del Senato di Maria Elena Boschi, manco l’avesse scritta lui.

Silvio Berlusconi, che il 29 settembre compie 79 anni, ha fatto fuori tutti i suoi delfini. Per ultimo l’attempato Denis Verdini, che in pratica aveva governato l’Italia con Matteo Renzi dopo il patto del Nazareno del gennaio 2014.

Marco Pannella ha passato come sempre il Ferragosto visitando i carcerati, questa volta nella sua Teramo. Attività nobile, ma allarmante per il presidente Sergio Mattarella che lo implora: «Interrompi il digiuno». In realtà Marco si nutre di melone.

lunedì 10 agosto 2015

La Casaleggio srl perde 150.000 euro

NEL 2014 LA CASALEGGIO ASSOCIATI HA PERSO 152 MILA EURO – COLPA DEL CALO DEI RICAVI, PASSATI DA 2 A 1,5 MILIONI, MENTRE I DEBITI SALGONO A 400 MILA EURO

Novita nell’azionariato, con l’ingresso sul libro soci dei manager Maurizio Benzi e Marco Maiocchi, che hanno rilevato il 7,5% ciascuno. Gianroberto Casaleggio resta il primo azionista con il 30%, insieme al figlio Davide, mentre Luca Eleuteri possiede il 20% e Mario Bucchich è sceso al 5%... -

Proprio mentre imbarca nella sua azienda due nuovi soci, Gianroberto Casaleggio, nume tutelare del Movimento 5 Stelle, archivia un anno contraddistinto da un calo dei ricavi e, soprattutto, dall’affiorare di una perdita. 

La sua società di consulenza strategica Casaleggio Associati, basata a Milano, ha chiuso infatti il 2014 con ricavi diminuiti a 1,5 milioni di euro dagli oltre 2 milioni dell’anno prima, tanto che l’ultima riga del conto economico evidenzia una perdita di 152.000 euro rispetto all’utile di 255.000 euro del 2013. 

“Tale perdita – spiega Casaleggio nella nota integrativa – è da imputare a una diminuzione dei ricavi, mentre il totale dei costi è rimasto pressoché invariato”.
 
L’assemblea della Casaleggio Associati svoltasi qualche giorno fa ha deciso di ripianare il rosso attingendo sia agli utili a nuovo sia alla riserva straordinaria che si riduce a 47.000 euro. 
Nello stato patrimoniale figurano crediti per 489.000 euro, liquidità per soli 4.000 euro e debiti saliti anno su anno da 376.000 a 406.000 euro.

 Casaleggio papà detiene il 30% della società di consulenza, quota identica la possiede il figlio Davide mentre Luca Eleuteri ha il 20% e Mario Bucchich ha ceduto parte del suo 20% ai nuovi manager-soci Maurizio Benzi e Marco Maiocchi che hanno rilevato ciascuno il 7,5%.

venerdì 7 agosto 2015

giovedì 6 agosto 2015

Fenomenologia 5 stelle

Per non pochi grillini, eletti o attivisti dalla vita privata disastrata, il M5s fa le funzioni di club per cuori solitari, o succedaneo della famiglia.

Fornisce scopo, senso, sicurezza, entusiasmo, adrenalina. Nuovi amici, nuova vita, reborn. In loro c'è più tifo sportiv
o o fede religiosa che analisi politica e impegno sociale. Politics meets curva sud.

Tutti i movimenti nascenti sono (stati) così, ma molti grillini - causa ignoranza della storia e inadeguatezza culturale - sono sinceramente convinti di essere i primi, gli originali protagonisti di una rinascita, una palingenesi. Guai osare contestualizzare, relativizzare il loro entusiasmo. 

Sono molto diversi dalla controcultura anni 60 e 70, che cercava e trovava radici in beat ed esistenzialisti anni 50, a dai verdi anni 80 che avevano livelli culturali impensabili oggi. Sono più simili ai leghisti degli anni 90.


Non è psicologismo d'accatto. Migliaia di attivisti hanno questa motivazione privata: sfuggire alla solitudine, sentirsi importanti, far parte di un progetto, scrivere la storia. Alcuni affermano senza scherzare, sfidando il ridicolo: "Salveremo l'Italia". La crociata dei bambini. Il pifferaio di Hamelin.

Il risveglio sarà doloroso, come Syriza in Grecia.

Ora, per esempio, vedo che vanno di moda le t-shirt colorate con slogan del movimento. Una regressione grottesca e penosa, ribelli fuori ma pecore dentro. Conformismi imbarazzanti, con precedenti storici inquietanti (rivoluzione culturale maoista cinese, comunismi, fascismi, altri ismi del secolo scorso). Prove di fanatismo di massa.


Strano che i media e le tante cattedre di sociologia, psicologia sociale e politologia italiane non studino il fenomeno. Ormai c'è un zoccolone duro di migliaia di militanti del M5s, forse decine di migliaia, che vivono in un mondo tutto loro, assolutamente impermeabile alle obiezioni esterne, alle idee diverse, ai contraddittori. 

La Rete, invece di allargare i loro orizzonti, li restringe, perché i dubbiosi vengono "bannati" dalle amicizie e dai gruppi facebook. Impera lo spirito del branco e la legge del gregario. I critici sono espulsi con un clic. 
Se sei stato parlamentare, attivista della prima ora, addirittura candidato 5 stelle alla presidenza del Senato (Orellana) ma poi osi sollevare obiezioni, ancora peggio: diventi un traditore, un "infame". Trotszky.

Ignorano che i brigatisti rossi bollarono con questa tremenda parola il pentito Patrizio Peci, sequestrandone e assassinando nel 1981 per vendetta il fratello operaio innocente.   

"Pour exister, il faut qu'ils se mettent a plusieurs" (J.P.Sartre)

Grillo omologato

articolo del corsera