venerdì 15 gennaio 2016

Grillini spendaccioni, seconda puntata

dibattito sul meetup M5s di Milano:

Barbara:

1) Il resoconto dei Parlamentari è dettagliato e nessuna spesa mi appare esosa, né fuori luogo, né ingiustificata.

2) a Roma o paghi di più l'affitto o paghi di più il trasporto e, col traffico che regna in quelle vie, io anche sceglierei di spendere di più per un affitto di una casa vicino alle sedi parlamentari

3) i documenti che riporti per giustificare le tue opinioni, in realtà, le confutano di sana pianta, anzi, a dirla tutta, sono veramente assennati i nostri ragazzi,

4) collaboratori e consulenti sono necessari per rendere a noi il servizio migliore possibile

5) Riguardo gli europei dagli "stipendi" personali, circa seimila euro al mese, detraggono qualcosa tipo mille e qualcosa euro
il che riduce lo stipendio un tot che consente una restituzione, in totale, al Fondo per le PMI di oltre 260.000 euro l'anno che, considerato che sono solo in 17, direi che va più che bene.

6) Insomma, Suttora, se per scrivere quell'articolo hai usato i dati qui riportati come fonti delle tue opinioni, beh, delle due una: o non sai leggere o sei in mala fede.

mia risposta:

1) SPESE 'ESOSE'
Nell'articolo Grillini spendaccioni ho scritto:
"Due anni fa i parlamentari grillini rinunciavano a 5-6mila euro mensili, sui 14mila netti. Oggi la media dei tagli si è dimezzata a 2-3mila euro".
Aggiungo: Morra, Lombardi, Giarrusso, Fico, Sibilia, Nuti restituiscono pure meno: 1400-1800 mensili.
Nessuna spesa ti "appare esosa"? E allora come mai ora incassano il doppio? O due anni fa morivano di fame, o adesso esagerano.

2) AFFITTI IN CENTRO DA OLTRE 2.000 MENSILI
Ho scritto: "Ora vogliono abitare tutti nel centro di Roma. Riescono a spendere oltre 2mila euro per l’alloggio. Un tempo politici di alto livello come Togliatti, De Gasperi, Pertini o Nenni si accontentavano di affitti in periferia (Balduina, Garbatella). Oggi anche gli ex francescani 5 stelle, forse in omaggio al loro nome, pretendono di avere un “quartierino” di lusso in centro".

Ho abitato 6 anni a Roma. Dalla Balduina al centro ci mettevo 15-20 minuti col bus 910, pagando 30 euro mensili di abbonamento.

3) "I NOSTRI RAGAZZI ASSENNATI"
Ho scritto: "Quando si muovono, disprezzano i mezzi pubblici. Ogni mese spendono anche mille euro in trasporti. Poiché godono di aerei e treni gratis, sono spese per taxi e benzina".
Ti invito a leggere meglio il sito www.tirendiconto.it. C'è da divertirsi. Oltre ai taxi, amano i ristoranti. Ma sia al senato che alla camera nelle mense interne si mangia con pochi euro.
Poi ci sono le truffe, come quelli che mettono fuori migliaia di euro in benzina pur abitando a 200 km da Roma.
Ma tanto nessuno controlla, non devono neppure depositare le ricevute: bastano le autodichiarazioni. Insomma, i rendiconti sono una barzelletta.

4) PORTABORSE
Ho scritto: "Fino agli anni 80 i portaborse non esistevano. Poi i politici riuscirono a mettersi nello stipendio le spese per i segretari personali. Nanni Moretti denunciò questo simbolo della partitocrazia nel film Il Portaborse di Daniele Luchetti (1991). Niente da fare. Oggi anche gli antipolitici grillini spendono con allegria migliaia di euro in “assistenti”.
Quasi tutti ne hanno assunti due, nonostante la pletora di funzionari di Camera e Senato che forniscono assistenza a ottimi livelli. E malgrado le decine di milioni di euro che anche il Movimento 5 stelle incassa come finanziamento pubblico ai gruppi parlamentari, debordanti di personale".
Aggiungo che l'eurodeputato Corrao era riuscito a battere ogni record di clientele Dc o Psi, assumendo 11 portaborse. Ora è sceso a 7, come Daniela Aiuto (che, in omaggio al suo cognome, beneficia ben 5 portaborse nel proprio collegio elettorale).

5) EURODEPUTATI M5S
Ho scritto: "I più fortunati sono i 17 eurodeputati. Fra stipendio e rimborsi vari, dispongono di 41mila euro netti mensili: 21 mila solo per i portaborse. È uno dei tanti scandali di Bruxelles. E i grillini si sono adeguati: non tutti usano il totale dei rimborsi, ma si tagliano dallo stipendio solo mille euro mensili.
L’unica virtuosa è la lombarda Eleonora Evi: rinuncia a 3.000 euro.

Contrariamente agli eletti nazionali, solo cinque rendicontano parzialmente le spese. Forse è meglio che non lo facciano, visto che una dichiara di aver comprato “posacenere tascabili ecologici” per 700 euro".

Il tuo calcolo conferma il mio: 260mila euro restituiti in 12 mesi da 17 eurodeputati sono 1.200 mensili a testa. Che si riducono a 1.000 perché una sola (Eleonora Evi) restituisce il giusto: 3.000, su 10.000 mensili di stipendio+diaria.
Se ce la fa lei a sopravvivere con 7.000 netti (avendo tutte le spese pagate, viaggi, ecc: Affronte si paga perfino un ufficio nella sua Rimini), ce la possono fare anche gli altri. O no?

6) SEI ANALFABETA O IN MALAFEDE?
Ti rivolgo anch'io questa domanda. C'è una terza ipotesi: stupidità

domenica 10 gennaio 2016

Saviano contro le epurazioni M5s

Da Repubblica, 10 gennaio 2016:
(...) La prassi di raccogliere dossier per poter screditare l'avversario politico (che abbiamo chiamato macchina del fango), ha finito per trovare una sinistra corrispondenza, anche se sottile e camuffata, nei processi sui blog o in televisione. (...)

"Come un serpente che si morde la coda, quanto più in alto abbiamo posto l'asticella della "purezza&onestà", più grande sarà lo scandalo a prescindere dall'entità e dalla natura dell'errore, commesso o meno. 

Ma il nodo per comprendere questa situazione è la analisi della prassi delle espulsioni, che nei propri opachi contorni è sempre più vissuta dall'opinione pubblica come una pratica di epurazione. Del resto, cosa sono le espulsioni se non il mettere alla gogna chi non ha rispettato il programma, l'additare alla folla il reo?" (...)

"Se alle criticità il Movimento è in grado di opporre la sola prassi dell'espulsione, allora il futuro è tutt'altro che roseo e la provocatoria invocazione "onestà, onestà", risuonata nell'aula del consiglio comunale di Quarto, e proveniente dal pubblico di militanti del Partito Democratico, ha finito per essere un amaro contrappasso, una grottesca inversione di ruoli.

"Ciò che è accaduto a Quarto, ma qualche giorno fa anche a Gela (...), ci dice chiaramente che le espulsioni non servono a creare gli anticorpi necessari per amministrare realtà complesse. Mi domando, infatti, cosa accadrà se e quando il Movimento dovesse governare realtà metropolitane in cui politica è giocoforza compromissione, nel senso positivo del termine di dover condividere decisioni importanti anche con altre forze sociali e più in generale con il territorio" (...)


"La conoscenza del territorio, insieme a strutture interne democratiche di pesi e contrappesi, sono le uniche prassi sicure di selezione e metterebbero al riparo da procedimenti di espulsione tipici di una logica da imbonitore".

"E se dovesse capitare di nuovo? Se altre criticità dovessero riguardare la figura del sindaco eletto o di un importante assessore, cosa ha da proporre come rimedio politico il Movimento, oltre all'espulsione? Che sarà anche catartica, ma non risolve i problemi enormi di realtà complesse.

"Se il Movimento non sarà in grado di imparare e trarre profitto dallo sbandamento di queste ore, il caso Quarto potrebbe pesare come un macigno sulle possibilità di offrire una credibile ed efficiente alternativa ai partiti tradizionali. (...)

Eppure il meccanismo inquisitoriale che sottende la logica delle epurazioni, in continuità con la matrice puritana propria della tradizione comunista, è in contrasto con l'ammirazione che il Movimento 5 Stelle prova verso Sandro Pertini, riformista socialista che sull'esempio di Filippo Turati e Anna Kuliscioff, contrastò l'intransigenza bolscevica "o tutto si cambia o nulla serve", spingendo al contrario verso trasformazioni graduali per rafforzare i meccanismi di legalità e giustizia. Negli anni più bui furono loro che salvarono il sentire democratico e socialista dalle derive totalitarie.

Quando è il momento di governare e di assumersi responsabilità, il cortocircuito innescato dai processi sommari a mezzo blog a soggetti infedeli ti presenta il conto: oggi è fin troppo chiaro che non basta candidare incensurati per avere la certezza che non commettano reati nel corso

del loro mandato. Ed è altrettanto chiaro che non basta espellere chi non rispetta le "regole" per preservare un percorso politico. Il rischio – non faccio ironia – è che ne resti uno solo, il più puro, che finirà per espellere tutti gli altri.