mercoledì 4 dicembre 2013

Grillino incriminato. Si dimette?


in teoria gli eletti m5s dovrebbero dimettersi se rinviati a giudizio. 
Nel concreto, mi pare che abbiano ragione entrambi: Favia a dire che anche Defranceschi era d'accordo, Defranceschi a dire che in tv ci andava Favia
da Il Fatto, 3 dicembre 2013
La notizia del prossimo processo per le interviste a pagamento mette in fibrillazione gli ex colleghi del gruppo del Movimento 5 stelle in Regione Emilia Romagna, Andrea Defranceschi e Giovanni Favia. Il primo, rimasto vicino a Beppe Grillo, è stato infatti chiamato dalla procura della Corte dei conti a rispondere di 7mila euro pagati per alcune ‘comparsate’ in televisione per le quali autorizzò l’esborso di soldi regionali. 
Ora però Defranceschi allontana ogni responsabilità da sé, rimandandola a chi, come Giovanni Favia, era andato concretamente a farsi intervistare a pagamento: “Io non ci sono mai andato, perché non ho mai pensato che fossero utili”, ha spiegato. Ma la responsabilità vera, per il consigliere M5s, sta a monte: “Vedremo come andrà il processo, ma se c’è da risarcire, allora deve essere l’Ufficio di presidenza a farlo, perché ha scritto e approvato il regolamento sull’ammissibilità di quelle spese”.
Il suo ex collega di gruppo gli risponde a stretto giro attraverso un comunicato, che in parte sembra contraddire quanto spiegato dal suo ex collega: “Con Defranceschi su questo tema non c’è e non c’è stata nessuna frizione. Le decisioni del gruppo assembleare, nonostante lui ne avesse la responsabilità e la titolarità, sono sempre nate da un sano e proficuo confronto tra noi due”. 
Poi Favia ha ricordato: “Entrambi sul tema dell’utilizzo della televisione abbiamo avuto diversi dubbi e timori, tant’è che abbiamo deciso di ricorrervi solo nell’ultimo anno. Ma eravamo d’accordo, seppur con accenti diversi, che quello della tv fosse uno strumento più efficace, rispetto a internet, per arrivare direttamente ai cittadini. All’epoca anche all’interno del Movimento la discussione era molta accesa, ma alla fine le consultazioni erano tutte a favore dello sfruttamento del mezzo televisivo”. 

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