lunedì 3 novembre 2014

La fortuna del M5s: gli altri


di Marco Travaglio, condirettore de Il Fatto quotidiano

settimanale Oggi, 29 ottobre 2014

Il successo dei 5Stelle è assolutamente indipendente da quello che dicono e fanno: finchè non saranno scoperti anche loro a rubare o a mafiare, saranno sempre visti come l’unica alternativa radicale al sistema politico, anzi al sistema di potere che comanda in Italia. 

E quando dico “dagli italiani”, intendo da tutti: sia quelli che ancora preferiscono tenersi questo sistema, sia quelli che vorrebbero rottamarlo subito e per davvero. Se il sistema riesce a rinnovarsi in meglio (come molti oggi pensano sia avvenuto con  l’avvento di Renzi), gli elettori di Grillo si assottigliano (com’è accaduto alle Europee di maggio). Se nei prossimi mesi gli italiani ipnotizzati dal premier scoprissero che il cambiamento è solo di facciata e non incide sulla vita quotidiana per farci uscire dalla crisi, tornerebbero gonfiare le vele della navicella grillina. Un po’ per convinzione, un po’ per disperazione: all’insegna del “proviamo anche questi”. 

In fondo, finchè non si misureranno col difficile compito di governare, Grillo e i suoi ragazzi resteranno “vergini”. E potranno presentarsi come gli unici che non hanno colpe nel disastro italiano. Gli unici che si sono opposti a chi l’ha causato. Gli unici che hanno rinunciato a 42 milioni di fondi pubblici e restituito la quota non spesa di diarie e indennità, devolvendola al micro-credito per piccole imprese. 

I loro errori, le loro risse interne, le loro espulsioni hanno molta presa sui giornali, ma all’elettore medio non fregano nulla. La vera sfiga, per i 5Stelle, sarebbe una classe dirigente che governi bene e non rubi. La loro fortuna è che non si è ancora vista.

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